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Bhasaki

Bhasaki

“Laddove l’ignoranza la fa da padrona, non c’è possibilità di vera pace.”

Disegno a cura di Camilla Gori (https://www.facebook.com/lacamillaillustrations/)

Residenti nella penisola ad ovest, la storia dei Bhasaki si basa sulla cultura, la conoscenza, l’ingegneria e la filosofia. Forti credenti nel ciclo della vita e nella reincarnazione, i Bhasaki sono un popolo cultore degli studi alchemici e dell’artigianato. Abili costruttori di congegni, hanno usato queste loro abilità più per progredire e difendersi che per attaccare gli altri popoli.

In origine infatti essi disponevano di poche risorse per sfamarsi, ed hanno dovuto ingegnarsi per raccoglierle e sopravvivere. Anche se questo problema è adesso superato, la tradizione vuole che un rifiuto di un invito alla loro tavola o di una loro pietanza sia da considerarsi una grave offesa.

Tratti culturali caratteristici

Per i Bhasaki la conoscenza è il motore della civiltà. Sono un popolo che molti definirebbero votato alla non violenza, ma questa definizione non è propriamente esatta. I Bhasaki infatti non hanno mai mosso guerra verso altri popoli, ma non si sono certo sottratti allo scontro quando si è trattato di difendere i propri territori. Questo perché la loro osservazione degli Aspetti è accompagnata dal credere nell’esistenza di una sorta di ciclo della vita, dove ciò che si compie durante la propria esistenza sarà riportato nella vita successiva e ne sarà la base fondante.

Macchiare la propria esistenza con atti spregevoli, di violenza o di uccisione che non siano motivati da un bene superiore porterebbe infatti, secondo questo credo, a reincarnare la propria anima in un animale infimo o in una persona insignificante, mentre comportamenti ligi e nobili potrebbero consentire ad un comune cittadino di ambire a rinascere in una famiglia ricca oppure come una fiera bestia che sarà venerata e servita per tutti i suoi giorni.

Seguendo questa filosofia, in maniera diversa tra loro, si sono formati vari ordini Ascetici che hanno stabilito i propri templi in tutte le parti del regno. Ognuno di questi ordini, ispirato da un Aspetto diverso, si è specializzato in arti e tecniche di combattimento e difesa che continuano a tramandare ai propri discepoli.

Data l’importanza e l’antica carenza di cibo nelle loro terre, è considerata una grande offesa rifiutare un invito alla loro tavola o le loro pietanze.

Descrizione delle dottrine Ascetiche

Nel regno esistono molti templi per ogni dottrina Ascetica e la maggior parte dei discepoli appartiene al popolo Bhasaki, ma non è raro vederne anche di altre etnie. A capo di ogni tempio vi è il Bhiksu, un grande maestro che in genere dalla nascita ha dedicato la propria vita ai dettami della propria dottrina.

Non esiste un particolare requisito di età per entrare a far parte dei vari ordini, che sono aperti a tutti i membri del popolo Bhasaki, ma è pratica diffusa specialmente nelle famiglie numerose quella di affidare i propri bambini alle cure dei templi, soprattutto nel caso dimostrino un’indole molesta o tendente alla violenza. Saranno gli Asceti in questi casi a prendersi cura dell’istruzione e della correzione del loro temperamento, facilitati dalla loro esperienza e dal poter plasmare una mente giovane ed inesperta.

Gli stessi Asceti compongono anche una buona parte dell’esercito Bhasaki, rendendolo molto variegato nelle abilità e quindi in grado di affrontare qualsiasi tipo di minaccia.

Ogni dottrina abbraccia dei dettami e degli insegnamenti che sono assoluti e inviolabili, ed i trasgressori che venissero colti a non rispettarli sarebbero subito allontanati dal tempio, senza possibilità di tornarvi in futuro per continuarne lo studio e l’apprendimento.

Esistono sei dottrine principali riconosciute dal Concilio degli Arconti, anche se spesso alcuni maestri cercano invano di crearne una propria investendo (infruttuosamente) molti anni della propria vita.

Le sei dottrine si dividono per credo, approccio verso tutto il creato e tabù applicati.

Cobra – Lancia

“Colpisci prima, colpisci forte”

La dottrina del Cobra è la più imprevedibile, poiché alterna movimenti impercettibili a colpi repentini, difficili da prevedere e parare. Il loro credo è “colpisci prima, colpisci forte”, e si basa su tecniche di immobile osservazione del bersaglio seguite da attacchi eseguiti in maniera rapida ed estremamente efficace.

Il loro tabù principale è l’uso esclusivo della lancia, arma che rappresenta al meglio il cobra poiché dona gittata e precisione superiori ad ogni altra.

A coloro che seguono questa dottrina viene insegnato che come il loro animale guida non si deve essere precipitosi, irascibili o incoscienti, ma scrupolosi osservatori di ciò che ci circonda per comprendere se il bersaglio è alla nostra portata, ed aspettare il momento giusto per colpire.

Questo approccio viene applicato anche a tutto ciò che riguarda l’interagire con il creato ed il mondo, formando l’altro tabù di questa dottrina.

Tartaruga – Arma e scudo

“Sii fortezza per la tua anima”

La dottrina della tartaruga è la più gentile e altruista, ed insegna l’accettazione del prossimo e la virtù più importante di tutte: la difesa del più debole. Si basa su tecniche di difesa più che di offesa, e su un duro ed estenuante allenamento che concede all’Asceta un’estrema resistenza fisica, in grado di proteggerlo anche dagli attacchi più violenti quando padroneggiata a pieno.

Il loro credo è “sii fortezza per la tua anima”, poiché secondo loro un’anima guidata dall’altruismo raggiungerà dopo la morte la giusta reincarnazione.

Il loro tabù principale è l’uso obbligato dello scudo, strumento che rappresenta al meglio la tartaruga e che dona difesa a chi si ha accanto, sia esso un proprio compagno o un debole meritevole di difesa.

A coloro che seguono questa dottrina viene insegnato che il compagno al proprio fianco compone un pezzo del guscio che serve a difendere l’interno, ed a sua volta questa metafora insegna che l’interno è il proprio regno, le persone che si amano e tutti coloro che non sono in grado di difendersi da soli. Vengono insegnate anche le virtù dell’altruismo, della non belligeranza, ed il prestare sempre il proprio aiuto ai bisognosi. Questi dettami compongono i tabù della dottrina.

Orso – Arma a due mani

“Una spada costringe l’altra a rimanere nel fodero”

La dottrina dell’orso è la più feroce e possente tra le dottrine, ed insegna che essere imponenti e minacciosi farà sempre uscire il vero volto del proprio nemico: un volto dominato dalla paura e dall’insicurezza.

Si basa su tecniche violente e di estrema forza, composte da colpi così potenti da essere in grado di spezzare tutto quello che si pone davanti all’Asceta.

Il loro credo è “una spada costringe l’altra a rimanere nel fodero”, una metafora dovuta all’uso di armi grosse e massicce sempre in mostra e pronte a calare su coloro che osano estrarre un’arma per sfidarli.

Il loro tabù principale è l’uso esclusivo di armi a due mani, perfetta rappresentazione della maestosità e pericolosità dell’orso.

A coloro che seguono questa dottrina viene insegnato ad essere violenti, minacciosi e ad intimorire i nemici con urla feroci, oltre al non provare né pietà né perdono. Questi dettami compongono i tabù della dottrina.

Mantide – Due armi

“Fluido come il fiume, impetuoso come la tempesta”

La dottrina della mantide è la più dinamica ed al tempo stesso soverchiante, ed insegna in maniera equilibrata e precisa sia tecniche di difesa che di attacco permettendo ai propri seguaci di affrontare qualsiasi sfida si pari loro davanti.

Il loro credo è “fluido come il fiume, impetuoso come la tempesta”, ad indicare la versatilità assoluta delle capacità che padroneggiano.

Il loro tabù principale è l’uso esclusivo delle due armi, l’unico stile appunto in grado di donare allo stesso tempo difesa ed attacco.

A coloro che seguono questa dottrina viene insegnato che il precetto della gentilezza e della calma, rappresentato dal fiume e dalla capacità di lasciarsi scorrere di dosso minacce ed offese, deve sempre essere accompagnato quando necessario dai colpi impetuosi e devastanti rappresentati dalla tempesta, da sferrare quando chi si ha davanti supera il limite verso se stessi o gli altri. Questi dettami compongono i tabù della dottrina.

Gru – Arco

“Che il vento guidi la tua mira”

La dottrina della gru è la più precisa e ferrea tra le dottrine, ed insegna a mantenere il sangue freddo in qualsiasi situazione per essere sempre rapidi e non mancare il bersaglio. Si basa principalmente su tecniche di attacco a distanza, così da fiaccare il nemico prima che arrivi in contatto con loro.

Il loro credo è “che il vento guidi la tua mira”, e si basa non solo sull’osservare il proprio nemico, ma anche sul percepire le minime perturbazioni dell’aria intorno a lui, per aggiustare il tiro e colpire in maniera precisa.

Il loro tabù principale è l’uso esclusivo delle armi a distanza, che rappresentano l’eleganza e lo stile di caccia della gru.

Come già detto, a coloro che seguono questa dottrina viene insegnato ad osservare non solo il proprio bersaglio ma anche tutto ciò che lo circonda (sia fisico che non), a trovare rapidamente un posto coperto o rialzato per avere una maggiore gittata e protezione, e ad anche ascoltare il vento o gli elementi per ottenere il tiro perfetto per un agguato. Questi dettami compongono i tabù della dottrina.

Scorpione – Attacchi furtivi ed armi da lancio

“Questa è la mia natura”

La dottrina dello scorpione è la più furtiva e improvvisa, poiché insegna a celarsi in piena vista per colpire sia in modo ravvicinato che a distanza con armi facilmente occultabili.

Si basa su tecniche di movimenti impercettibili e insegna a colpire alle spalle e nei punti vitali, anche con l’uso di sostanze letali.

Il loro credo è “questa è la mia natura”, metafora che vuole spiegare la presenza di un lato oscuro dentro ognuno di noi che l’Asceta deve però padroneggiare per non soccombervi.

Il loro tabù principale è l’uso esclusivo di colpi furtivi ed armi da lancio, perfette rappresentazioni della letalità dello scorpione.

A coloro che seguono questa dottrina viene insegnata l’arte dell’inganno, del camuffamento e della comprensione del prossimo, così che sia per loro più facile capire i punti deboli e la natura che si cela dentro ogni persona. Vengono inoltre insegnate tecniche di mimetismo e di furtività, per permettere di avvicinarsi al proprio bersaglio senza farsi notare. Questi dettami compongono i tabù della dottrina.

Concetto di aldilà

I Bhasaki credono fortemente nel concetto della reincarnazione, che secondo loro non avviene una sola volta ma è anzi una costante ciclica. Dopo la morte l’anima rinasce all’interno di un altro essere vivente e questo avvenimento sarebbe influenzato dalle scelte, siano esse giuste o sbagliate, che si sono compiute nelle vite precedenti.

Hanno anche un altro concetto legato al primo, ovvero “Bhasaki si nasce, non si diventa”. Questo potrebbe spiegare il motivo del loro essere restii ad insegnare le loro tecniche al di fuori della loro popolazione.

Quando è un Asceta a morire, il relativo ordine si occupa di bruciare il corpo e di tenere un memoriale al caduto con la sua arma. Per tutti gli altri componenti del popolo si procede invece alla cremazione.

Abbigliamento

Spesso vestiti con colori sgargianti ed abiti elaborati, i Bhasaki tendono a preferire la vistosità alla comodità ed all’utilità, trattandosi di un popolo tendenzialmente non belligerante. È infatti molto raro, quasi addirittura unico, che i guerrieri indossino armature pesanti.

Sia per i ricchi che per i meno abbienti gli abiti Bhasaki sono finemente decorati ed i tessuti elaborati ad arte, accompagnati da copricapi larghi per le donne ed affusolati per gli uomini.

Il linguaggio

Swathai: benvenuto

Vidai: addio

Heping: pace

Shabi: stupidi ignoranti

Tamade: esclamazione comune

Famiglie e personalità note

Arconte Kalindi

L’arconte Kalindi, il Quinto Arconte, è l’unico Arconte originario ancora in vita. Essa coordina personalmente tutte le attività più importanti del regno, indicendo periodicamente delle riunioni con i capi delle famiglie più in vista del regno ed i Bhiksu, i grandi maestri che guidano i monasteri degli ordini Ascetici. In queste riunioni ella ascolta tutte le opinioni che le vengono portate, ma è l’unica a prendere la decisione finale che dovrà essere obbligatoriamente rispettata.

Queste riunioni sono di tre tipologie distinte:

  • Finalizzate alla gestione delle risorse: coinvolgono principalmente le tre famiglie più importanti del regno ed in esse vengono redistribuite proprietà e risorse in base alle necessità del regno. In esse nessuna famiglia si è mai opposta alle decisioni di Kalindi, ed anzi hanno teso sempre di più ad adoperarsi per soddisfare le necessità dell’Arconte.
  • Finalizzate all’istruzione ed alla difesa interna del territorio: coinvolgono principalmente i Bhiksu, i capi dei templi degli ordini Ascetici. Considerato il loro numero e le nette differenze di visione tra gli ordini, questo tipo di incontri si protrae spesso per molto tempo ma si conclude sempre con un solido risultato, solertemente rispettato da tutti.
  • Incontri plenari: in questi incontri, indetti solamente in situazioni di emergenza o che richiedano la presenza di tutte le cariche sopra citate, vengono esposte dall’Arconte decisioni importanti o che hanno il potere di influenzare drasticamente tutto il regno. Questo incontro è stato istituito anche a seguito del Concilio degli Arconti.

Famiglia Meng Ru

La stirpe dei Meng Ru ha i suoi natali nei villaggi alla base delle montagne centrali del regno, e deve oggi la sua fama e fortuna alle grandi capacità artigianali e meccaniche che ha sviluppato nel corso del tempo. Non erano infatti le risorse materiali a mancare nel loro luogo di origine, ma quelle primarie come cibo e acqua, spesso presenti solo stagionalmente o per limitati periodi di tempo.

Dovendo trovare una soluzione a queste mancanze, sembra siano stati i primi a studiare metodi di raccolta, trasporto e conservazione dell’acqua piovana o dei ghiacci, consentendo alle proprie terre di sopravvivere in ogni stagione. È dalle conoscenze nello sviluppare questi marchingegni che pare abbiano poi derivato i progetti per la costruzione di altri oggetti utili all’artigianato, come le macchine per tessere gli abiti o gli strumenti di lavorazione dei gioielli.

Da allora, supportati da un costante studio dei beni che raccoglievano nei luoghi visitati, i Meng Ru hanno offerto i loro servigi e conoscenze a tutti i villaggi del regno, ovviamente in cambio di cospicue somme di denaro o di visibilità sociale.

Famiglia Jia Ying

A giro per il continente vi sono voci di tutti i tipi sul perché i Jia Ying posseggano le conoscenze alchemiche che li hanno resi l’importante famiglia che sono oggi. Si dice che siano una delle famiglie più recenti dei Bhasaki e che abbiano da sempre vissuto nel profondo delle foreste del regno, uscendo solo di recente allo scoperto ed ottenendo ruoli di spicco nelle città grazie appunto alle loro capacità di alchimisti. Altre voci però minoritarie, considerato il credo dei Bhasaki, dicono invece che abbiano ottenuto queste conoscenze molto tempo fa da un gruppo di nomadi Kalach, prima catturandoli e poi sterminandoli.

Qualunque sia la loro storia, i Jia Ying ne fanno estremo segreto e sempre con estremo segreto custodiscono le formule delle loro soluzioni alchemiche più preziose e le relative tecniche di preparazione. Grazie a queste conoscenze sono ad oggi riconosciuti come i più esperti alchimisti del continente ed i loro lavori sono garanzia di qualità e purezza, siano essi benevoli o malevoli: essere colpiti da un veleno preparato da uno Jia Ying è ormai associato a morte certa, mentre una loro pozione curativa è fonte di speranza anche per chi non sembra averne più.

Famiglia Fei Er

I primi testi in cui compare il nome dei Fei Er pare risalgano fino all’Era del Primo Arconte, e nella maggior parte ne vengono esaltate e descritte le approfondite conoscenze mediche. Da sempre studiosi delle arti curative infatti, i Fei Er sono presenti praticamente in ogni città e villaggio del regno nel ruolo di consiglieri medici, soccorritori e cerusici.

Lavorando continuamente a stretto contatto con le famiglie Meng Ru e Jia Ying, hanno sviluppato nel corso del tempo cure estremamente efficaci per ferite, veleni, malattie e morbi, e di recente la loro più grande scoperta è stata la possibilità di costruire ed impiantare protesi su coloro che, per un motivo o un altro, avevano perso degli arti.

Le loro protesi, formidabilmente solide e finemente assemblate, sono le più ambite (e costose) di tutto il continente e non è raro per questo che le persone che possono permetterselo, qualunque sia il regno di provenienza, intraprendano lunghi viaggi verso il regno dei Bhasaki per ottenerle.

Leggi e punizione dei reati

Furto

Obbligo di lavoro per ripagare il debito; strettamente collegato al bene oggetto di furto

Truffa

Considerata la rarità di questo reato, la truffa viene giudicata alla stregua di un furto ma con pena raddoppiata.

Aggressione

Obbligo di rieducazione presso uno dei monasteri, con durata a discrezione del Bhiksu. In caso di rifiuto, fuga o recidività è contemplata anche la mutilazione.

Omicidio

L’assassino sarà messo al servizio del regno per svolgere lavori forzati, o la leva militare obbligatoria in caso di attacco nemico. Subirà una costrizione magica che gli impedirà la ribellione fino alla completa redenzione.

Il rapporto con gli altri popoli

Fortemente gelosi dei loro segreti ed abilità, i Bhasaki intrattengono poche ma solide relazioni commerciali con determinate famiglie o personalità degli altri regni, escludendo qualunque altro contatto che non sia di tipo diplomatico ed ufficiale.

Dicono dei Dagda: “È proprio vero che la violenza ricade sul violento.”

Dicono dei Kalach: “E il cacciatore finisce nella trappola che ha preparato per la sua preda.”

Dicono dei Daichid: “L’uomo che colpisce per primo ammette che le sue idee si sono esaurite.”

Dicono dei Tuasul: “Trascorrono una vita intera a costruire un muro di certezze tra loro e la realtà.”

Dicono dei Masnar: “L’uomo che possiede una cosa poi ne vorrà due, e poi tre, e poi tutte le cose che ci sono sulla terra. E avrà in cambio solo la sua condanna, perché nessuno può possedere tutto il mondo.”

Dicono dei Taulaga Paleni: “In natura non ci sono né ricompense né punizioni: ci sono conseguenze.”

Dicono dei Taulaga Vaega:“Pare non esista popolo che non abbia una sua particolare crudeltà, e loro la estremizzano.”